San Giorgio Martire in comune, il sindaco Andrea Sagliocco: “Segnale di fusione, Trentola Ducenta unica realtà”


TRENTOLA DUCENTA. La statua di San Giorgio Martire, per la prima volta nella sua storia, arriva al cospetto nel comune di Trentola Ducenta.

Domenica 2 settembre, in occasione dell’ultima giornata dei Solenni Festeggiamenti in onore del Santo Patrono (cominciati lo scorso 19 agosto), saranno simbolicamente consegnate le chiavi della città a San Giorgio Martire, dopo una processione che lo vedrà attraversare diverse strade di Trentola Ducenta per poi giungere in piazza Marconi. Ad attendere la statua del Santo originario della Cappadocia, i cittadini festanti e tutta l’amministrazione comunale guidata dal neosindaco, Dott. Andrea Sagliocco. Una decisione presa dal Comitato festeggiamenti che, con grande fede e devozione, ha organizzato una manifestazione, mix di religione e tradizione, davvero impeccabile nei primi nove giorni, a fronte di una partecipazione corale a dir poco invidiabile.

“E’ indubbiamente un evento molto atteso e sentito in tutto il territorio – dice il primo cittadino -. I festeggiamenti in onore di San Giorgio Martire sono accompagnati da un fervore straordinario, che già si percepisce nell’aria nella fase di organizzazione generale.

Il comitato – sottolinea Sagliocco - è stato davvero eccezionale, attento a tutti i dettagli e capace di non tralasciare nulla. Va ai suoi componenti un plauso per il grande spirito di iniziativa mostrato. L’amministrazione, oltre a garantire la coordinazione di tutti gli addetti all’ordine pubblico, vuole costantemente essere presente nei momenti che sono emblema del cuore pulsante del nostro territorio. Non è un caso che abbia preso parte io stesso a tutta la processione.

Trentola Ducenta – constata - è un paese vivo e, per me, ospitare nella casa comunale la statua di San Giorgio Martire, è tentativo di smorzare un muro psicologico che divide Ducenta da Trentola. L’iniziativa è stata concepita insieme al comitato. Il nostro paese ha due patroni, San Giorgio e San Michele e le divisioni non ci devono appartenere.

Ritengo che la tradizione vada sempre tutelata; oggi l’innovazione è modernità, ma riprendere ciò che è stato rappresenta il primo vero passo verso il domani. La vera essenza di un territorio – conclude - è ciò che viene tramandato di padre in figlio”.


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