Una nuova immagine di San Giorgio Martire: Carmine di Giuseppe presenta il suo libro “La lancia e il drago”
TRENTOLA DUCENTA.
“Non c'è dato di conoscere la vera immagine di un Santo così lontano da noi nel
tempo ma in realtà ogni fedele riconosce il Santo che venera e a cui si affida
quale patrono sulla base del'iconografia che lo rappresenta e che egli ha
imparato a conoscere e riconoscere fin da piccolo”. Questa l’affermazione
di Carmine di Giuseppe, autore del
libro “La lancia e il drago: Iconografia di San Giorgio in Ducenta”.
Un volume che ripropone la figura di un santo venerato e celebrato ogni anno
dai fedeli del paese.
“La lancia e il drago” sarà così presentato giovedì 27
settembre, alle ore 19.30, presso la parrocchia San Giorgio Martire di Trentola
Ducenta. Ad intervenire saranno gli esponenti della chiesa: il vescovo della
Chiesa di Aversa, Mons. Angelo Spinillo;
il responsabile del Beni Culturali Ecclesiastici Regione Campania, Mons. Ernesto Rascato; il Cappellano
Militare e docente di teologia, Don
Antonio Coppola, e il Parroco della parrocchia ‘San Giorgio Martire’, Don Michele Mottola. A moderare il
tavolo, Federico De Mattia.
“L'idea e il progetto
di scrivere un libro che tracciasse l'iconografia di San Giorgio conservata
nell'omonima parrocchia di Trentola Ducenta- afferma Carmine di Giuseppe - mi fu
proposto da Federico De Mattia, a seguito del restauro del simulacro ligneo del
Santo avvenuto nel 2017. Un’idea che accolsi con grande piacere”.
Il libro, con tanto di corredo iconografico di San Giorgio,
propone un tema poco trattato. Un tratto distintivo, quest’ultimo, che può
scaturire interesse nel lettore e riscoperta di un genere. Basatosi su studi di
ricerca e di natura archivistica nonché bibliografica, il libro si compone di 3
capitoli con un’introduzione e una conclusione. Il primo capitolo traccia in
modo essenziale le origini del Casale
di Ducenta e la storia della
parrocchia di San Giorgio basata anche su molti documenti inediti e del culto
del Santo nella città; il secondo capitolo delinea l'agiografia del Santo
attraverso la redazione delle varie passiones e della famosa leggenda del
combattimento con il drago. “Mi è parso
importante inserire questo capitolo - afferma Carmine di Giuseppe - per fornire
al lettore un'immagine completa del Santo megalomartire sia dal punto di vista
agiografico sia iconografico”.
Il terzo capitolo presenta e descrive in particolare le
varie immagini raffiguranti San Giorgio presenti nella chiesa parrocchiale dal
punto di vista iconografico, con le sue implicazioni spirituali e teologiche
che ne derivano. “Immagini - continua
l’autore- che spesso non riusciamo più a
cogliere nelle opere d'arte sacra, le quali sono in molti casi diventate un
semplice corredo artistico nelle nostre chiese perdendo il loro carattere
sacro”.
“Da quello che ho
potuto appurare nelle mie ricerche - afferma Di Giuseppe- c'è una grandissima fetta di pubblico
interessata a questo genere. L'approccio del lettore è, però, cambiato
totalmente. Non si cerca più l'aspetto del 'meraviglioso’ o del
"miracoloso", ma l'aspetto più naturale della santità vissuta
dall'uomo o dalla donna oggetti della narrazione agiografica. Cerca infatti dei
testimoni e dei modelli per il proprio vissuto quotidiano”.
La vita di un fedele si intreccia con quella del santo,
mantenendo sempre più viva quella che è la tradizione e la fede. Il volume,
infatti, può considerarsi l’anello di quella catena che mantiene viva la
trasmissione della tradizione che, a detta dell’autore, è “una cosa importantissima soprattutto in questo nostro tempo in cui
appare dilagante il fenomeno di vivere l'effimero. Mi auguro perciò che i
cittadini di Trentola Ducenta riescano, leggendolo, a ritrovare e a scoprire,
nonché ri-scoprire, aspetti riguardanti il loro Santo Patrono che avevano forse
dimenticato o che non conoscevano. E per tale motivo - conclude Di Giuseppe
- vorrei lanciare un messaggio riguardante
la bellezza e la memoria, ovvero che ognuno impari a conoscere e ad apprezzare
le innumerevoli opere d'arte presenti nelle nostre chiese e nelle nostre città
in modo da trasmetterle alle future generazioni”.
Anche Don Michele
Mottola, entusiasta di presentare questo libro nella sua parrocchia, ha
dichiarato: “Con profonda gioia ho
accettato l’invito di Carmine a scrivere qualche riga sul nostro santo. Spero
che attraverso la lettura di questo libro, possiamo sul suo esempio,
abbandonarci alla volontà di Dio e non aver paura mai”.
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