AIFVS Onlus, Presidente Alberto Pallotti ospite a TG2 Italia: “Pirateria? C’è cultura di fuggire da responsabilità”
ROMA. Il presidente dell’Associazione
Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus, Alberto Pallotti, è stato ospite alla trasmissione “Tg2
Italia”, che ha avuto inizio alle ore 10:00 di mercoledì 23 gennaio ed
è stato condotto dalla giornalista Marzia
Roncacci. Al centro dell’attenzione è stato posto il tema dell’omicidio
stradale, pirateria e applicazione della pena.
“I casi di pirateria sono ancora una
realtà perché, purtroppo, in Italia, c’è cultura di fuggire dalle
responsabilità –
dice il veronese -. Nelle numerose
battaglie che conduciamo su piano nazionale al fianco delle famiglie trafitte
dal dolore, ne abbiamo viste e ne vediamo di tutti i colori. Gli imputati
tentano di giustificarsi in tutti i modi.
La verità è che il problema è ben più
complesso. La legge non ha una funzione di deterrenza, ovvero non porta alla
riduzione dei casi. Ciò perché sullo sfondo,
c’è il grande rebus dell’applicazione della pena: finchè non verranno approvate
le pene all’interno dei tribunali – sottolinea Pallotti -,
finchè sarà possibile ricorrere al patteggiamento, al concorso di colpa che
porta automaticamente ad uno sconto sul periodo di reclusione all'interno delle
carceri, nel nostro paese non cambierà un bel niente. Indubbiamente si svilisce
il sistema e lo si rende inefficiente.
E’ paradossale ammettere il
patteggiamento in caso di concorso di colpa della vittima quando la stessa è
deceduta; è incostituzionale perché non può difendersi. Porteremo l’attenzione
alla corte di cassazione, affinché provveda a sollevare un caso di legittimità
costituzionale.
Sabato ci sarà l’inaugurazione
dell’anno giudiziario. E’ fondamentale che la magistratura persegua reati come
prescrive il codice civile e che abbia il coraggio di sovvertire questo sistema
nel quale l’incidente stradale è socialmente accettato come doveroso tributo da
pagare al progresso.
Non siamo ancora padroni delle
conseguenze, così come non siamo in grado di ridurre i il tempo che si impiega per
il passaggio tra primo, secondo e terzo grado di giudizio. Bisogna garantire – conclude -pene certe ed in tempi accettabili”.
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