TEVEROLA. Correva l’anno 1975 ed un
giovanissimo Antonio Improta sta per
affrontare il primo campionato provinciale campestre F.I.D.A.L.
E’ una
fotografia scattata nello spiazzale ricco di verde antistante alla Reggia di Caserta a scacciare via ogni
dubbio riguardo a chi sia stato il pioniere dell’atletica leggera teverolese.
Abbiamo scavato nella storia vissuta del Maestro
Antonio Improta, insegnante di kick boxing e docente internazionale di
difesa personale W.K.M.A.
Quando ha cominciato a
cimentarsi nell’atletica leggere?
“La mia prima passione è stata la
corsa. All’età di 9 anni, infatti, iniziai da autodidatta. La svolta arrivò alle scuole medie, ubicate
all’epoca in via Pecorario, quando
un insegnante di educazione fisica, il prof. Ferrara di Marcianise,
radunò alcune classi per un test di corsa sui 1500 metri, il cui tragitto
circondava, per così dire, il plesso scolastico. Ognuno di noi corritori
indossava delle scarpe classiche, concetto che oggi sembrerebbe paradossale. In
quell’occasione conquistai la prima posizione, doppiando anche alcuni miei
amici di classe. Teverola conobbe il
mio nome, come atleta di corsa, in occasione di una manifestazione organizzata
dal Club Napoli dell’epoca, che si
sviluppava su 2000 metri di circuito cittadino. Massiccia fu la partecipazione
generale e fu grande la meraviglia quando al traguardo mi resi conto di aver
battuto tutti. Il secondo in classifica fu Luigi
Autiero, alias “u giocator”,
astro nascente calcistico”.
Quando ha inizio
l’attività agonistica?
“Sono stato tesserato nel team del
professore Ferrara. Al suo
trasferimento nel paese di origine, era l’anno 1975, scelsi l’Atletica Aversa, ex Olimpic ’69. Ebbi l’onore di conoscere
il dott. Vittorio Savino, Gino
Tagliafierro, Lucio Cammorosano e, in seconda battuta, l’attuale tecnico
nazionale F.I.D.A.L., Antonio Andreozzi. Tra gli atleti
figuravano Luigi D’Alesio, Peppe
Vitrano, Salvatore Santagata, Domenico Palmieri, Francesco Melito e Nicola Della Corte”.
Che importanza assume
la fotografia risalente a quegli anni?
“Si tratta di un reperto storico
ritrovato tra le scartoffie dell’abitazione di mia madre che si riferisce ai campionati provinciali di corsa campestre
F.I.D.A.L., tenutisi presso la Reggia
di Caserta. Dopo quasi 44 anni, riconosco il Dott. Francesco Andreozzi ed Antonio
Santoro. Negli anni seguenti vinsi i campionati
provinciali e regionali di corsa campestre e su pista F.I.D.A.L., i giochi
della gioventù, un titolo nazionale U.S. Acli su pista mt 2.000. Con le
vittorie, arrivò anche una tra le migliori prestazioni italiane di quegli anni
sui Mt 2.000, in virtù di 6 minuti e 12
secondi. Quella squadra, che componevo insieme a Salvatore Mauriello e Francesco Andreozzi, ottenne, nella staffetta 3x1200, la migliore
prestazione italiana. Non si tratta, ovviamente, degli unici successi raggiunti”.
Quando lascia
l’atletica leggera?
“Abbandonai al secondo
anno ‘allievi’ passando al pugilato.
Seguì lo sport del momento, il karate,
disciplina in cui divenni anche capitano della nazionale karate fudokan. Nella kick boxing
fui tra i primi in Campania, ma la
voglia di sperimentare mi portò praticare lotta
cinese e lotta greco romana. In queste realtà da combattimento ho
conseguito titoli nazionali, europei,
intercontinentali e mondiali. Attualmente insegno a tempo pieno la kick boxing
nella mia terra natìa”.
Cosa ne pensa della
nuova realtà “Atletica teverolese”?
“Sono uno dei soci
fondatori e, grazie a questo gruppo di podisti vantanti l’affiliazione alla F.I.D.A.L., è stato avviato un progetto sportivo amatoriale ed agonistico. Atletica teverolese che è presieduta da
Paolo Cesaro, vicepresidente Giovanni Marino e segretario Francesco Moretti. Il messaggio è quello di riuscire a far
diventare la corsa uno stile di vita per tutti”.
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