Da Torino, Fabio Privitera presenta il suo libro “Il Principio delle nuvole” a “La Feltrinelli” di Caserta
CASERTA.
“Sono fisico per curiosità e scrittore per vocazione”. Così si definisce Fabio Privitera, autore siciliano del
romanzo “Il principio delle nuvole”
edito dalla casa editrice “Masciulli
Edizioni” di Alessio Masciulli. Il
libro sarà presentato, in occasione speciale, venerdì 22 marzo alle ore 17.30,
a Caserta presso la libreria “La Feltrinelli” in Corso Trieste.
Da Catania, Privitera si trasferisce nel 2007 a Torino,
dove si inserisce in diversi contesti culturali. E pare proprio che il pittore
De Chirico che definiva Torino “la città più profonda, più enigmatica e più
inquietante non d’Italia ma del mondo”, aveva ragione, poiché pare proprio che
il fascino della città e del suo skyline abbia fatto breccia sulla sensibilità
di Fabio, sino a mettere un po’ da parte la fisica e dedicarsi alla psicologia
conseguendo il secondo livello di Reiki.
Conosciuto soprattutto per le sue poesie, seguito da migliaia
di follower su Facebook e Instagram, Fabio arriva al suo pubblico ora più che
mai con il suo esordio “Il principio delle nuvole”, un romanzo che vede tutta
la sua persona e le sue facoltà intellettive ed artistiche insieme. Fisica,
psicologia ed abilità letteraria, si uniscono in un terzetto musicale perfetto
dando vita alla storia di Eduardo e Aurora che
un mattino di dicembre prendono lo stesso treno per motivi e destinazioni
differenti. Eduardo è aggrovigliato nella routine di pendolare regolare e di
una relazione senza sbocco con una giovane fotografa, con un recente passato di
dipendenza da alcool. Aurora è in cerca di libertà e riscatto verso la vita. Con
sua figlia di 3 anni, fugge dai continui dissidi con la madre e dalla
sofferenza per la malattia del padre, affetto dal morbo di Alzheimer. Un breve
scambio di sguardi durante la fermata presso la stazione centrale di Milano,
una strana sensazione di dejà vu e un diario perso dall'una e ritrovato
dall'altro, danno inizio all'intreccio in cui la mano del destino accompagna i
due protagonisti sino a farli incontrare nuovamente. La storia con un finale
tutto da scoprire, continuerà ancora ricca di intrecci e sincronicità, in un
viaggio interiore e nei sentimenti dei due protagonisti. Ad influenzare la vita
dei due, troviamo altri personaggi, definiti dall’autore “periferici”, che
rafforzano ancor più il tessuto e la trama della storia, ai fini di un doppio
intreccio che diviene stimolo di lettura. Assumeranno, infatti, un ruolo fondamentale
in quanto, in previsione dei romanzi che seguiranno questo, essi usciranno
dalla loro sfera di “codice debole” per divenire i personaggi principali, lasciando
il loro posto di periferici agli attuali protagonisti. Un rovesciamento di
ruoli insomma. Uno scacco matto perfetto, che stimola la curiosità del lettore
ad immergersi nel testo e nella magia della serendipità e della sincronicità
che lo dominano. “Spesso - afferma Fabio - notiamo delle cose, che sono come segni, che in
realtà ci sono sempre e da sempre, ma solo in quel momento scegliamo di seguire”. Tutto ciò, è governato da un principio, una legge che
influenza le percezioni e la vita di tutti i “characters”. Stiamo parlando del
principio omonimo al titolo ovvero quello delle nuvole. Dinanzi questo scenario
in capitoli, sono state inevitabili alcune domande all’autore.
Romanzo autobiografico? Quanto la vita dell’autore può
influenzare la fantasia della narrazione?
In questo romanzo, tanto. La
propria vita e la propria esperienza sono dei pozzi da cui è bene saper
attingere e depurare quanto si è attinto dal proprio giudizio. Per quanto non
ci siano episodi realmente accaduti, o quasi, ci sono forti tratti nel
protagonista Eduardo, che mi appartenevano. Dal momento che vedi un personaggio
come personaggio e non più come te stesso, puoi dire di aver superato un
determinato momento. In tal senso scrivere è terapeutico.
Da cosa nasce la tua ispirazione?
Dalla vita, in
genere da tutto quello che accade davanti ai miei occhi e che produce in me un
movimento, un’energia, che può essere sia emozionale che razionale. Prendo appunti, sia mentali
che su qualunque supporto a mia disposizione, di ciò che vedo e quindi anche
atteggiamenti, particolari presenti nelle persone che incontro, cerco di
riportarli fedeli alla realtà. Ad esempio, nel secondo capitolo, descrivo una
coppia di adolescenti che ho realmente visto una volta in treno e ho riportato
nel romanzo il loro aspetto e comportamento.
Diverse le tematiche affrontate, un tessuto
psicologico molto forte, un romanzo contemporaneo che rispecchia la società ma
che si basa su un principio che - definirei- quasi “divino”. Il cielo e il
movimento delle nuvole, come sfondo. Un connubio tra fisica e psicologia che riconducono
ancora alla tua persona. Come possiamo quindi, contestualizzare la fisica e la
psicologia in questo romanzo? E la “legge” delle nuvole?
Io ho sognato il titolo del mio romanzo. Quando mi svegliai ero abbastanza confuso.
Non capivo da dove arrivasse. Non capivo neanche se avesse a che fare col
romanzo in questione, tanto lo vedevo lontano da quanto ne avevo finora
scritto. Lo cercai su internet per capire l’avessi letto da qualche parte e il
sogno fosse una specie di immagine residua nella memoria. Non lo era. Per cui
mi chiesi cosa fosse questo principio. Poi mi risposi che quando si
comincia qualcosa c'è sempre un misto di ansia ed entusiasmo che avvolgono il
sentimento di curiosità che accompagna il cambiamento. Entrambi, ansia ed
entusiasmo, spingono verso il polo di tale principio, come l'equilibrio tra le
correnti e l'umidità al principio delle nuvole.
Questo è il parallelo tra
quanto accade fisicamente nel fenomeno di formazione delle nuvole temporalesche
e il sentimento che proviamo di fronte a un cambiamento. In entrambi i casi,
però, possiamo solo fare previsioni su quanto accada. Che piova o meno, noi non
possiamo fare altro che resistere, anche al peggio perché poi passa, le nubi si
diradano e torna il sole. Ciò che conta a quel punto è quanto ci rimane dentro
dell’esperienza vissuta, della tempesta che c’ha investito, delle persone che
ci hanno coinvolto, svelandoci aspetti di noi stessi che, altrimenti, sarebbero
rimasti celati e, quindi, non affrontati e rimossi. Questo è anche il senso
della frase con cui il romanzo si conclude e che ci riporta al sottotitolo:
Solo il nulla finisce, tutto diviene. Questo è il principio delle nuvole,
proprio sotto gli occhi”.
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