A.I.F.V.S. Muore Jacqueline Suburido, la ragazza sfigurata dopo un incidente stradale. Il presidente Pallotti: “Continueremo a lottare anche in sua memoria”
ROMA. È morta il 24 aprile, la 40enne Jacqueline
Saburido, ragazza affetta da cancro che 20 anni fa rimase sfigurata dopo un
incidente stradale.
Era il 1999, lei aveva 20 anni, stava tornando da una festa
di compleanno ad Austin, in Texas, insieme ad altri quattro amici quando
un'auto, che viaggiava sulla corsia opposta, si scontrò con la loro. Due suoi
amici morirono sul colpo. La macchina prese fuoco e lei, che sedeva davanti, fu
destinata ad essere sfigurata per sempre. Jacquil riportò ustioni
sul 60% del corpo. Il ragazzo 18enne alla guida era ubriaco. Dopo la tragedia,
quest’ultimo fu condannato a 7 anni di
carcere e rilasciato nel 2008.
Jacqueline Suburido è stata sottoposta a oltre 100
operazioni per ricostruire parte del volto e delle mani. Gli interventi a cui
si sottopose, le sono costati oltre 5 milioni di dollari. Una donna diventata
simbolo dei rischi della guida in stato di ebrezza e nome della campagna del
dipartimento dei Trasporti del Texas «Faces of Drunk Driving».Jacqui
è stata in televisione e nelle scuole per raccontare la sua esperienza ed aiutare
a sensibilizzare la sicurezza stradale. Più volte soleva dire “se questa faccia
e questo corpo possono aiutare gli altri, perché non esporsi?”.
Dinanzi alla morte della 40enne, il presidente
dell’A.I.F.V.S (Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada),
Alberto Pallotti ha dichiarato: “Purtroppo è morta Jacqueline. La sua
storia ha commosso il mondo. È rimasta sfigurata dopo un orribile incidente
stradale che ha provocato anche la morte di due persone. La colpa? Di un
conducente in stato di ebrezza, un 18enne completamente ubriaco alla guida. Il
volto di Jacqui ed il suo corpo sono stati distrutti, ma lei non ha mai smesso
di lottare. Dobbiamo ringraziarla; grazie al suo sacrificio l’intero mondo si è
accorto che sulle strade si muore per davvero. Ci ha messo tutta sé stessa contrastando
la piaga della strage stradale. È stata e continua ad essere un esempio per
tutti. Noi – conclude - non siamo ancora soddisfatti, il lavoro di
Jacqui deve continuare. Fin quando sulle strade non ci sarà la pace, dato che
quella stradale è una vera e propria guerra, continueremo a lottare. Da ora in
poi lo faremo anche in sua memoria”.
Commenti
Posta un commento