NAPOLI. Tutto rinviato
alle ore 10:30 di martedì 3 marzo 2020. E’ questo l’esito dell’udienza del
processo per la morte di Mario Grieco tenutasi nella mattinata di
mercoledì 8 gennaio, presso il Palazzo di Giustizia di Napoli, sito nel
centro direzionale.
Assente l’imputato Ferdinando
Spaziani. In aula erano presenti: la madre della vittima, Rosa Di
Bernardo, ed il padre, Giuseppe Grieco; l’avvocato della famiglia Grieco,
nonché legale dell’Associazione Italiana
Familiari e Vittime della Strada Onlus, Davide Tirozzi; il
presidente A.I.F.V.S. Onlus, Alberto Pallotti; il
responsabile della sede di Aversa ed agro aversano A.I.F.V.S. Onlus, Biagio
Ciaramella; la presidente dell’Associazione “Mamme Coraggio”, Elena
Ronzullo.
Il giudice ha ritenuto opportuno
rinviare la trattazione al prossimo marzo. Ad intervenire, dopo la Procura
Generale, è stato l’avvocato Davide Tirozzi, il quale ha posto
l’accento sulla totale affidabilità della testimone, Lucia Silvestro, la
quale, a distanza di oltre dieci anni dall’accaduto, lo scorso ottobre,
confermò, in assise, quanto riferito in una fase successiva all’incidente alla madre
in un incontro avvenuto al cimitero di Pozzuoli, proprio sulla tomba del
ragazzo scomparso. Pertanto, il veronese ha richiesto la conferma della
sentenza di primo grado.
“La posizione della Procura ci
rende soddisfatti – afferma l’avvocato Davide Tirozzi -. Abbiamo
discusso in assise ed attendiamo la controparte, confidando nel buon esito del
processo”. “Non è accettabile che sono trascorsi 11 anni dall’incidente e la
famiglia Grieco debba ancora attendere
per ottenere giustizia - afferma il presidente A.I.F.V.S. Onlus, Alberto Pallotti -. Siamo contrariati
per l’ennesima dissertazione dell’imputato. Riteniamo sia un atteggiamento
insolente che solo in Italia può verificarsi. Ci chiediamo perché, ancora una
volta, si tenti di procrastinare il responso definitivo. Come associazione
continueremo a sostenere la famiglia martoriata dal dolore; questo sistema
faraginoso non ci fermerà”. Non
nasconde il suo malcontento Elena Ronzullo: “Dopo quasi 11 anni di
calvario tra i corridoi del tribunale di Napoli,
mi sarei aspettata la conclusione tanto sperata. Purtroppo non è andata così e
mi auguro che sia confermata la sentenza di primo grado. È inaccettabile che i
genitori, già condannati all'ergastolo del dolore, debbano subire ulteriori
ingiustizie nelle aule pubbliche”. Grande la delusione per Biagio
Ciaramella: “Riteniamo che questa girandola di udienze senza fine sia
davvero insopportabile e snervante per i familiari delle vittime. Ascoltare nei
processi sempre gli stessi discorsi da parte degli avvocati delle assicurazioni,
i quali spingono per dare torto alle persone defunte sulla strada, ci fornisce
l’immagine di un sistema che non funziona. Mi sono sentito offeso per quanto
detto in un processo odierno da parte di un legale assicurativo, il quale,
nonostante tenesse a precisare la presenza di buche lungo il tratto oggetto del
suo processo, ha sostenuto che la responsabilità fosse del morto. Un’affermazione
che si scontra con la nostra battaglia per l’utilizzo sano dei proventi
derivanti dall’articolo 208. Se i comuni dessero seguito ai nostri consigli,
tante vite umane sarebbero salvate e scomparirebbero dai tribunali i processi
inutili contro le vittime della strada”.
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